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Fibre tessili chimiche (o tecnofibre)

Le fibre chimiche, o tecnofibre, sono fibre tessili prodotte dall’uomo, e si distinguono in artificiali e sintetiche.

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Fibre tessili artificiali

Le fibre tessili artificiali sono fibre chimiche ricavate da materie prime vegetali, come il legno e i linters di cotone, elaborandone la cellulosa con procedimenti chimici e meccanici.

Il processo di fabbricazione consiste nello sciogliere la cellulosa delle materie prime con prodotti chimici (soda caustica (NaOH) e solfuro di carbonio (CS2) trasformandola in una massa densa e fluida. Questa massa viene fatta passare attraverso i fori di una filiera: si ottiene un filo fluido, che viene fatto solidificare per evaporazione del solvente oppure per azione di apposite soluzioni.

Le fibre artificiali sono commercializzate in bobine (filo continuo) o in fiocco (filo tagliato), ed hanno caratteristiche diverse in base al processo usato per la loro fabbricazione. Alcuni esempi sono il rayon viscosa e il rayon acetato. 

Hanno un aspetto lucente, sono traspiranti ed igroscopiche.

Sostenibilità

Negli ultimi anni l’utilizzo nell’industria della moda di tessuti composti da fibre di origine forestale come il rayon, la viscosa, il modal o il lyocell è aumentata: questi materiali vengono usati dalle case di abbigliamento perché più economici e più durevoli degli altri tessuti.

Purtroppo le fibre di cellulosa utilizzate nel mondo della moda provengono spesso da foreste secolari o in via di estinzione. Inoltre, alcune sostanze chimiche usate per la produzione di queste fibre, come il solfuro di carbonio, sono tossiche: provocano l’uccisione di migliaia di animali e causano patologie alle persone.

I tessuti prodotti con fibre artificiali possono essere più rispettosi dell’ambiente rispetto alle fibre sintetiche o al cotone: ma solo se le fibre di cellulosa di cui sono fatti provengono da foreste gestite in maniera corretta e sostenibile.

Fibre tessili sintetiche

Le fibre tessili sintetiche sono fibre chimiche prodotte con una reazione chimica che unisce piccole molecole dette monomeri, ricavate dai combustibili fossili (es. petrolio), per formare lunghe catene chiamate polimeri.

Il processo di fabbricazione comprende la filatura, che avviene spingendo i polimeri fusi attraverso dei fori (filiere), ottenendo lunghissimi fili.

Come le fibre artificiali, possono presentarsi in fili continui o in fiocchi. Si classificano in base al tipo di monomeri che le compongono. Alcuni esempi sono il nylon, il poliestere e la microfibra.

Le fibre sintetiche non sono igroscopiche né traspiranti, pertanto non sono adatte a produrre abbigliamento estivo, ma sono leggere, si asciugano velocemente e sono facilmente colorabili.

Il pile è un tessuto sintetico di origine relativamente recente, ricavato dal poliestere. Oltre al poliestere, possono essere aggiunte altre fibre, come poliammide, acrilico ed elastane. Il pile non è propriamente un tessuto, lo si ottiene con una particolare lavorazione a maglia, che lo rende voluminoso e soffice.

Rispetto ai tessuti in lana presenta molte caratteristiche positive: è molto caldo, irrestringibile, facilmente lavabile in lavatrice e molto economico. Di negativo ha che è molto inquinante: durante il lavaggio rilascia enormi quantità di microplastiche nell’acqua di scarico.

Video di approfondimento

Fibre tessili artificiali

 

Fibre tessili sintetiche

 

Fonti:

TecnoMEDIA PLUS – Arduino – Lattes
Tecnologia, progettazione, ambiente – Rosano, Cirilli, Guglielmi, Pertici – Zanichelli
Wikipedia

 

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