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Le centrali elettriche a fonti esauribili e l’ambiente (videolezione)

Le centrali termoelettriche e termonucleari non richiedono investimenti economici troppo elevati, hanno un buon rendimento energetico e possono essere costruite ovunque. Tuttavia, queste centrali presentano anche alcune gravi problematiche.

Guarda questa videolezione del Prof. P. D. Fischer oppure leggi l’articolo sottostante, e svolgi gli esercizi interattivi che trovi più in basso.

Esercizi interattivi

Vero o falso?

 

Le centrali elettriche e l’ambiente

Le centrali termoelettriche e termonucleari non richiedono investimenti economici troppo elevati, hanno un buon rendimento energetico e possono essere costruite ovunque (preferibilmente vicino a corsi d’acqua o mari, dato che hanno bisogno di grandi quantità ). 

Tuttavia, queste centrali presentano anche alcune gravi problematicherilasciano agenti inquinanti nocivi per l’ambiente e sostanze pericolose per la salute dell’uomo, e per quanto riguarda le centrali termonucleari lo smaltimento delle scorie alla fine della produzione e delle radiazioni emesse in caso di incidenti 

Centrali termoelettriche e ambiente

I principali effetti sull’ambiente causati dalle centrali termoelettriche sono i seguenti:

  1. L’aumento dell’effetto serra, dovuto alle emissioni di anidride carbonica, di metano e di altri gas nell’atmosfera. Questo sta causando al nostro pianeta un aumento della temperatura, che provoca lo scioglimento dei ghiacciai polari, l’innalzamento del livello dei mari e la desertificazione nelle zone temperate. 
  2. L’inquinamento dell’aria, causato dalle emissioni di sostanze di scarico frutto della combustione dei fossili impiegati, come anidride carbonica, monossido di carbonio, ossidi di zolfo, ossidi di azoto, idrocarburi incombusti, particolato e polveri sottili.
  3. I danni all’ecosistema, dovuti agli scambi termici delle acque utilizzate per il raffreddamento e al conseguente innalzamento della temperatura del sistema idrico, con danneggiamento della flora e della fauna acquatica. Inoltre, quando gli ossidi di zolfo e di azoto si combinano con l’acqua piovana, formano degli acidi che, cadendo al suolo con la pioggia (nel fenomeno delle «piogge acide»), danneggiano gli ecosistemi e gli organismi.
  4. Il degrado paesaggistico, dovuto all’impatto sull’ambiente che questi grandi impianti provocano nei territori in cui sono collocati .

Centrali elettronucleari e ambiente

Per molti anni l’energia nucleare è stata considerata la migliore alternativa ai combustibili fossili per rispondere al fabbisogno energetico. Nella seconda metà del Novecento, diverse nazioni hanno costruito centrali nucleari: è il caso, per esempio, degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e della Francia, che oggi conta il maggior numero di impianti.

Negli anni successivi hanno cominciato a emergere i problemi legati a queste centrali: dopo l’incidente nucleare di Černobyl’, avvenuto nell’ex Unione Sovietica nel 1986, e in seguito al danneggiamento della centrale di Fukushima, in Giappone, provocato nel 2011 da un maremoto, molti paesi hanno deciso di interrompere i programmi nucleari e chiudere gli impianti tra cui anche l’Italia.

I problemi delle centrali nucleari derivano dall’impiego di materiali altamente radioattivi, che hanno gravi ripercussioni sulla salute dell’uomo, danneggiano i tessuti biologici e possono provocare tumori e mutazioni genetiche anche a distanza di anni.

I rischi immediati sono rappresentati dalle anomalie che potrebbero verificarsi nel funzionamento degli impianti che possono portare all’emissione di radiazioni, alla contaminazione del terreno e alla fuoriuscita dall’impianto dell’acqua contaminata usata per il raffreddamento del reattore. 

Ma le maggiori problematiche delle centrali nucleari derivano dal combustibile esausto, la cui radioattività si conserva per millenni, prima che i valori scendano entro i limiti di sicurezza. Le scorie nucleari rimaste alla fine del processo devono essere isolate in contenitori ad alta resistenza che non lascino fuoriuscire le radiazioni, e vanno sotterrate in luoghi sicuri a grandi profondità. A oggi solo pochi paesi hanno previsto depositi geologici sotterranei e schermati; nella maggior parte delle centrali, invece, le scorie sono conservate in prossimità degli impianti. Questo sistema di smaltimento non offre però la sicurezza di un isolamento totale del materiale radioattivo, che potrebbe fuoriuscire in seguito a eventi geologici come un terremoto.

 

 

Testo, video e schemi a cura del Prof. P. D. Fischer

 

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